MS DOS, l’antenato di Windows, ha influenzato e posto le basi per il concetto moderno di sistema operativo; meno intuitivo ed ergonomico dei sistemi moderni , aveva la caratteristica di non presentare ancora l’interfaccia grafica, una delle più grandi invenzioni nel campo dell’informatica.
MS DOS richiedeva, per il suo funzionamento, notevoli conoscenze da parte dell’utente nel campo della programmazione e della sintassi logico-informatica in generale.
La sua evoluzione ha portato ad un radicale cambiamento del concetto di calcolatore in cui i processi diventano virtuali e viene creato un ambiente digitale confortevole, il desktop, una scrivania in cui vengono “appoggiati” dei servizi per l’utente.Tra questi , Windows ripropose una versione di MS DOS sottoforma di applicazione.
Il linguaggio macchina si trasforma in un programma da usare sul sistema e non è più soltanto la condizione essenziale di funzionamento, ma un client che si appoggia a sua volta ad un altro programma server secondo un modello a strati. Questa si può realmente chiamare rivoluzione in quanto è il sistema operativo che si estranea da se stesso e crea un punto di vista molto più vicino all’utente.
Il termine computer, cioè calcolatore, assume un significato proprio, distanziandosi da quello di macchina ed avvicinandosi, nell’accezione più comune ed in parte superficiale, a quello di essere intelligente e responsabile. Il fatto stesso di creare un’illusione di processo introspettivo, tramite l’estraniazione da un linguaggio logico -circuitale proprio del computer, è molto simile al gesto umano di guardare dentro se stessi in terza persona tramite il pensiero.
(l’immagine rende l’idea del computer che diventa “umano”)
L’applicazione di MS DOS è uno dei numerosi esempi di come un fattore essenziale nell’evoluzione dei sistemi operativi, sia stato il creare qualcosa che mascherasse l’architettura software e hardware del computer al fine di favorirne una diffusione di massa.
Ariel Belga Fedeli